Questa parola giapponese rimbalza sui Social e su YouTube associata a oggetti strani provenienti dal Sol Levante. Ma cosa vuol dire?
La parola, di matrice giapponese, può essere tradotta con "carino", "dolce", "amabile" sebbene possieda sfumature del tutto originali.
Il termine kawaii, si applica infatti ad un personaggio, un animale o un oggetto non solo molto tenero, ma con connotazioni infantili, che esprimono innocenza e ci fanno istintivamente venire voglia di "strapazzarlo" tutto.
Kawaii, Un fenomeno mondiale
Il mondo Kawaii è penetrato in Occidente solo negli ultimi decenni, con un impetuoso ritorno di fiamma proprio in questi anni, grazie alle tante YouTuber che adorano questo tipo di oggettistica, la predilezione per ornamenti e ninnoli graziosi era già in voga nel Giappone del XVII secolo.
I manga e gli anime poi, con i loro personaggi dagli occhi sgranati e i tantissimi gadget di una dolcezza quasi smielata, hanno contribuito a portare la cultura Kawaii fino a noi.
Perché le cose Kawaii ci piacciono così tanto?
Un gatto che gioco con un gomitolo è "carino", un gattino dal pelo super morbido, grandi occhi e guance piene è kawaii!
Secondo esperti, il meccanismo è il molto simile a quello sviluppato nell'evoluzione dei nostri bebè.
L'amorevole aspetto dei neonati, le risate soavi e i versetti tenerissimi infatti sarebbero come una "strategia biologica" che induce gli adulti, dai quali i bimbi dipendono, a prendersi cura di loro.
Secondo tale teoria quindi esistono precise caratteristiche estetiche che rendono una persona, un disegno o un oggetto assolutamente irresistibile e Kawaii.